"L' improvviso attacco dei Tartari", versione A, 1965
Il capitano Enver Raki aveva atteso per tanti anni l'attacco dei Tartari e finalmente le rischiose missioni, che conduceva travestito oltre il confine, avevano fornito dati che indicavano chiaramente l'imminente apertura delle ostilità. Come era secondo loro costume i tartari avrebbero attaccato senza preavviso, ma Enver Raki era riuscito ad impossessarsi dei loro piani ed il contrattacco avrebbe potuto essere preparato in modo da garantire la resistenza delle prime linee almeno fino all'arrivo degli alleati potenti.
[fine blocco I]
Le informazioni raccolte da Raki, però, dovevano pervenire subito alla centrale del controspionaggio che per maggior segretezza era situata nella vecchia capitale sul mare, anziché nella nuova capitale sull'altipiano al centro del paese.
[fine blocco II]
Mentre Raki si avviava al piccolo aeroporto per prendere posto sul bireattore executive messogli a disposizione dal servizio segreto, il vento gelido della steppa spazzava l'altipiano brullo e grigio e faceva rabbrividire i motoristi goffi nei loro giubbotti foderati di pelliccia.
[fine blocco III]
Il bireattore si levò dalla pista e puntò in alto salendo a quarantacinque gradi. Raki virò e poco prima di superare Mach 1 diede un'ultima occhiata ad deserto dei tartari. Il suo volto impassibile non tradì neppure per un istante la tachicardia causata dalla visione di centinaia di strisce di polvere parallele, che lentamente si allungavano verso il confine: i carri armati tartari erano in marcia ed attaccavano in anticipo di alcuni giorni.
[fine blocco IV]
Non c'era un attimo da perdere: il bireattore superò Mach 1 con il caratteristico bang-bang e si diresse verso la meta.
[fine blocco V]
Mentre sfrecciava a 2500 chilometri all'ora, Raki rifletteva che ogni suo sforzo sarebbe stato ormai vano. Le alte gerarchie non si sarebbero messe in moto così rapidamente da assicurare un contrattacco sufficientemente energico.
Fu un volo triste e breve. Raki era conscio del fallimento della sua missione. Il vecchio non lo avrebbe perdonato. Ma forse il vecchio non lo avrebbe neanche visto più: la guerra sarebbe stata perduta prima di essere cominciata ed i tartari non prendono prigionieri.
[fine blocco VI]
Il bireattore giunse in vista della vecchia capitale. Le cupole d'oro delle moschee brillavano nel sole e sembravano galleggiare nella nebbia mattutina. I minareti sembravano indicare il cielo come ultima meta.
[fine blocco VII]
[passo soppresso nella versione 1992]
Raki decise di rischiare la corte marziale e ruppe il silenzio radio chiamando freneticamente la centrale del controspionaggio. Il suo allarme sarebbe arrivato almeno con qualche minuto di anticipo sul suo atterraggio.
Senza curarsi di attendere il segnale di pronto, pronunciò più volte le parole strane e improbabili del codice d'emergenza.
[fine passo soppresso]
[inizio blocco VIII]
Mentre comandava l'entrata in azione degli aerofreni, mormorava nel microfono con scarsa fiducia le coordinate geografiche della zona in cui i tartari attaccavano.
Aveva perso quota e cercava con lo sguardo i quattro minareti della moschea di Ramo, che costituiva un ottimo riferimento per imboccare correttamente la pista d'atterraggio.
[fine blocco VIII]
Faticò a ritrovarli mezzi nascosti da dense nuvole di fumo bianco. Non credeva ai suoi occhi quando li vide ondeggiare e sollevarsi lentamente.
[fine blocco IX]
Poi capì. Il vecchio non si era lasciato cogliere impreparato. I quattro minareti si sollevavano lasciandosi dietro una scia di fuoco: puntarono verso lo zenit accelerando continuamente per una quindicina di secondi e poi piegarono verso oriente.
[fine blocco X]
Tutta la città vecchia si velava di vapori di ossigeno liquido e vomitava fuoco mentre cento, mille minareti si staccavano da terra accuratamente programmati dai rispettivi conteggi alla rovescia.
[fine blocco XI]
Contro il cielo chiaro dai quattro minareti della moschea di Ramo, ormai appena distinguibili, si staccava il primo stadio e dalla prima balconata circolare sprizzava la coda di fuoco del secondo stadio, mentre le micidiali testate procedevano inesorabilmente verso i loro obiettivi.
[fine blocco XII]