"Orient-Express", versione H, p.2, r.62-69; p.5, r.130-137
Le morti o sparizioni non hanno una gradazione logica d'importanza. / Nessuno ci avverte quali saranno quelle che ci sradicano dal tran-tran del tempo; dal / cumulo sempre più alto di noi stessi.Con un furto imprevisto ci vengono sottratte, / insieme alla persona, le immagini del nostro corpo come fu e come nessuno nel presente / conosce, e una spinta violenta sbalza via dal patrimonio del passato, costringe di forza / a capire che cos'è la vecchiaia, in che cosa consiste il suo buio, quale perfido sortilegio / sta per accadere: un salto pauroso verso zone considerate remotissime, la terra dei / sopravvissuti. /
[P.5] [...] Era l'archivio dell'amicizia, cioè della giovinezza, / cioè della vita. / Nessuno ci pensa, si era detta tante volte nei sei mesi trascorsi: / all'improvviso il prezioso archivio, affidato alla fallacità della nostra durata, svanisce e / il nostro spessore se ne va. Si resta davanti a una lavagna sulla quale c'è da / notificare solo ciò che siamo un giorno per volta. E come in un'aula, dietro alla lavagna / si vede solo un muro nudo. Alle spalle, la profondità dello spazio è perduta con / qualcuno che c'era e non c'è più.