"Orient-Express", versione D, p.2 r.49-58, r.66-73
Tra le tante cose amare o tragiche che s'imparano, c'era / anche questa: che le morti e le assenze non hanno una gradazione / logica.d'importanza..Nessuno ci avverte di quali saranno quelle che / sradicano il nostro corpo dal tran-tran del tempo; dal cumulo sempre / più alto di noi stessi. Con un furto imprevisto ci viene sottratto il / nostro stesso corpo come è stato e una spinta violenta sbalza via dal / patrimonio del passato, piega di forza a capire che cos'è la vecchiaia, in / che cosa consiste il suo buio, quale perfido sortilegio sta per accadere: / un salto pauroso verso zone considerate remotissime, la terra dei / sopravvissuti. / [...] Era. l'archivio dell'amicizia, cioè della / giovinezza, cioè della vita. Nessuno ci sta attento, all'improvviso questo / archivio, affidato alla fallacità della nostra durata, svanisce nel niente. Il / nostro spessore, sedimentato in decenni, se ne va. e si resta davanti a / una lavagna sulla quale c'è da segnare solo ciò che siamo un giorno per / volta. E come in un'aula, dietro si forma un muro nudo e muto.Alle / spalle la profondità dello spazio è perduta con qualcuno che c'era e / non c'è più.