"Orient-Express", versione A, edizione diplomatica
(1) Si trovava già seduta, aveva ordinato l'acqua minerale,
(2) il pane e i grissini, e subito aveva cominciato a sgranocchiarne uno.
(3) Però manteneva un certo vuoto mentale anche una buona forma di
(4) affettuosa curiosità, un sentimento che aveva a che fare con la
(5) calma, l'atteggiamento amichevole..Non si era neppure guardata
(6) intorno. Aveva concertato lei il luogo, il ristorante, vagamente
(7) conosciuto. C'era stata una volta alcuni anni addietro. Le era venuto
(8) in mente subito quando Gianluca le aveva detto dove sarebbe
(9) andato nel pomeriggio. Era vicinissimo a quel luogo, un ambiente
(10) piccolo e non rumoroso..Le sembrò adatto. Non tanto a loro quanto
(11) a lui, che lo avrebbe trovato confortevole, poco romano.
(12) Era stato gentile prima a scrivere quel biglietto e poi a
(13) telefonare una volta a Roma. Lei aveva notato che aveva
(14) conservato alcune delle buone abitudini: la semplicità quasi
(15) snervante nei rapporti umani, la gentilezza, la mancanza di doppie
(16) possibilità. Dunque era stata sicura che le ragioni espresse nel
(17) biglietto erano esattamente quelle che lo avevano provocato: aveva
(18) trovato molte, moltissime fotografie di lei quando era ragazza.
(19) Fatte non solo da lui ma anche dal loro comune amico Umberto
(20) che era morto da sei mesi e poiché veniva a Roma aveva pensato di
(21) portargliele. Sì, avrebbe potuto mandarle, questo è vero. Ma la
(22) ragione che lo aveva spinto a riprendere i contatti, anche se per un
(23) solo incontro non erano certamente nostalgiche. Si trattava invece
(24) di qualche cosa di più profondo, misterioso, angoscioso che anche lei
(25) da sei mesi si portava dentro, che riguardava un loro dolore
(26) comune e anche quella spinta che non avrebbe mai creduta così
(27) violenta che l'aveva sbalzata via dalla "sua" immagine della
(28) giovinezza e l'aveva piegata di forza al buio della vecchiaia.
(29) Perché tra le tante inutili o tragiche cose che s'imparano né mai si
(30) sarebbe intuito o saputo avanti, c'era anche questa: che le morti
(31) sono tutte differenti tra loro e che nessuno né noi stessi ci
(32) possono o ci possiamo dire quale sarà che compie sul nostro corpo
(33) una forma di sradicamento totale, di salto pauroso verso zone mai
(34) conosciute, considerate remotissime di una saggezza imprevista.
(35) Lei sapeva che una stessa morte da così lontano e senza
(36) comunicazioni tra loro, aveva compiuto sui loro corpi la stessa
(37) traumatica operazione. Fece questo pensiero, ancora una volta: la
(38) vecchiaia dunque non è altro che la cancellazione di tutte le nostre
(39) immagini dagli occhi di chi ci ha guardato vivere. Chiusi
(40) questi occhi, noi ci troviamo davanti a giorni di lavagna sui quali
(41) ogni giorno dobbiamo segnare qualche cosa MA dietro alla
(42) lavagna, proprio come in un'aula, non c'è più niente. Ciò che siamo
(43) stati, anche la nostra fisicità, il nostro corpo, i vestiti che abbiamo
(44) amato, le notti che abbiamo guardato, i baci, l'amore e così via, le
(45) lacrime, le risate, tutto è perduto, se chi ha visto e c'era non
(46) c'è più.
(47) Considerò che Gianluca avesse avuto nel suo stesso
(48) panico bisogno di rassicurazione, come a dire: loro c'erano ancora.
(49) Non era il remake disgustoso di un amore. Non avrebbe mai
(50) potuto esserlo se considerava la "forma" che aveva perseguitato la
(51) vita di lui ed era stata in un certo senso il suo destino, proprio
(52) quella che lei aveva bruscamente interrotto.
(53) Guardò intorno per vedere di che ristorante si trattava
(54) proprio nel momento in cui Gianluca aprì la porta e per una
(55) sospensione brevissima, quasi timida, quasi educata come chi entra
(56) in casa d'altri, rimase sospeso tra due battenti e un poco spinto in
(57) avanti con il busto a cercarla con gli occhi che quasi subito inc
(58) rociarono i suoi e subito, con naturalezza sorrisero. Sì furono due le
(59) cose che rilevò: quella curvatura indolente delle spalle che aveva a
(60) ventidue, venticinque anni, che le era molto piaciuta era
(61) diventata pesante, greve, la visibile sgorbiatura di una fatica di
(62) vivere, di un carattere sconfitto. Era molto più piccolo non di come
(63) se lo ricordava ma di come era, come se veramente, piegando la
(64) schiena ogni anno un poco di più avesse rinunciato alla sua bella
(65) statura e alla sua eleganza. Però gli occhi obliqui, un poco orientali
(66) che aveva sorriso e che adesso si avvicinavano senza cambiare
(67) espressione, erano identici. Pensò che questo miracolo proveniva
(68) dal fatto che quel sorriso era infantile e sarebbe stato infantile per
(69) sempre.
(70) Le dava la mano, si sedeva. Non aveva registrato niente nel
(71) breve percorso che la riguardava: né i capelli bianchi, che peraltro
(73) lei portava con orgoglio perché le piacevano così gonfi intorno al
(74) viso, dopo tante pettinature volutamente rigide della giovinezza e
(75) della sua vita in genere. Era ben dritta sulla schiena. Non le
(76) importava molto dei cambiamenti subiti nel tempo poiché il suo temo
(77) lo aveva sempre accettato, ma le piacque che Gianluca si sedesse
(78) di fronte a lai come trentanni prima senza nessun segno di
(79) allarme, neppure la solita nube che passa rapidissima nello
(80) sguardo di chi ci ha conosciuto molti, moltissimi anni prima.
(81) "E' molto che aspetti?"
(82) Lei sorridendo fece cenno di no. "sono arrivata adesso".
(83) Lui si guardò intorno. "bene", disse", "ho una gran fame. Si mangia bene?"
(84) "Credo" Si guardò un poco intorno sgomenta. "Sai, lo conosco poco, non so".
(85) Si sentì un poco colpevole, anche dei prezzi, forse, ma per Gianluca non
(86) dovevano esserci problemi di questo tipo.
(87) Lui alzò gli occhi e lesse "Horient Express". Si voltò anche lei e vide
(88) la scritta dei vecchi treni proprio attaccata sul muro e guardandosi intorno
(89) capì dove erano capitati e qualk'era la singolarità del ristorante. Si trattava di
(90) una bizzarria.