Criteri di ricerca
Propositi e criteri di ricerca
Questa sezione del sito è una versione notevolmente ampliata dell’appendice omonima al volume Scrittura e filologia nell’era digitale, Torino, Bollati Boringhieri. Nel testo si trovano vari riferimenti a tale volume, che è il punto di riferimento sia metodologico sia teorico di questo lavoro.
Si tratta di una rassegna commentata di strumenti e prodotti per la filologia digitale, intendendo con il primo termine software impiegati nell’analisi critico-testuale, e con il secondo modelli di edizione e pubblicazione scientifica[1] elettronica. Il criterio di procedimento che abbiamo adottato è quello di rappresentare quanto più possibile la diversità delle soluzioni reperibili e disponibili sul Web, tenendo conto in pari misura del loro rigore filologico e informatico[2]. Ciascuno dei due paragrafi dedicati alle differenti risorse si apre con una breve introduzione storica. Segue un elenco di schede numerate progressivamente e suddivise in categorie commentate.
Questo tipo di presentazione, sebbene sia anche uno dei tanti possibili tentativi di classificazione[3], è pensato soprattutto come strumento di consultazione.
Tutto il materiale pubblicato su Varianti Digitali è stato personalmente visionato ed esaminato e viene periodicamente aggiornato. Consapevoli che non possiamo includere tutto subito, abbiamo inizialmente privilegiato strumenti e prodotti che avessero una significativa documentazione online o a stampa, omettendone tuttavia alcuni molto importanti (software per la codifica testuale, biblioteche telematiche, ecc.) per lasciare spazio anche ad altri meno rappresentati in rassegne di questo tipo.
[1] Con pubblicazione scientifica intendiamo una risorsa digitale non esclusivamente rivolta a un pubblico di esperti o ricercatori. Pur non comportando un lavoro di ricostruzione del testo con strumenti filologici, si tratta in genere di edizioni ‘controllate’ realizzate col supporto di specialisti.
[2] Francesca Tomasi rileva giustamente la difficoltà di valutare scientificamente il testo elettronico a causa della “carenza di principi precostituiti” e propone di alcuni criteri di verificabilità per le edizioni online (vedi http://www.griseldaonline.it/risorse.htm). Su questo si vedano anche le Guidelines for Evaluation per testi elettronici alla pagina del CETH, Rutgers University (http://www.ceth.rutgers.edu/intromat/E-TEXTS.htm). Occorre però aggiungere che talvolta anche i prodotti realizzati non da studiosi, ma su iniziativa autonoma da amatori, collezionisti, ecc. possono rivelare intelligenti soluzioni filologiche. Ne abbiamo preso in considerazione qualcuno, come si vedrà.
[3] La più completa guida a stampa sinora pubblicata è quella dell’Università di Oxford (Condron / Fraser / Sutherland 2000). Descrive molte delle risorse qui segnalate classificandole per argomenti. Una versione ridotta e non aggiornata è disponibile anche online: http://users.ox.ac.uk/~ctitext2/olresources.html. Altri esempi sono: 1) la pagina curata da Patrick Sahle della Università di Colonia (http://www.uni-koeln.de/~ahz26/vl/editech.htm): è una sezione della Virtual Library (http://www.vlib.org), il catalogo digitale di link relativi a varie discipline fondato da Tim Berners-Lee. Specifica per la filologia elettronica, questa pagina elenca e commenta istituzioni, progetti, electronic text centers, liste di discussione, convegni, articoli, presentazioni, recensioni, documentazione varia, edizioni e archivi digitali (online e CD-ROM). 2) la sezione Risorse online a cura di F. Tomasi su http://www.griseldaonline.it/risorse.htm (la versione a stampa, più ampia e commentata, è in Bentivogli / Vecchi Galli 2002: 169-187); 3) la proposta di classificazione delle edizioni elettroniche fatta da Siemens 2002: 265, nota 7.